Per la prima volta nei cinema dall'uscita nel 1981, Un ponte per organizza un ciclo di proiezioni del film per ricordare le responsabilità del colonialismo italiano in Libia.
Segue una breve sinossi riportata dalla pagina wikipedia del film
È il 1929 e il capo del governo italiano Benito Mussolini deve confrontarsi con la ventennale guerriglia intrapresa dai locali arabi e berberi di Libia che si battono contro il colonialismo italiano e le sue rivendicazioni di una "quarta sponda", a simboleggiare un rinato Impero Romano sul suolo d'Africa. L'Italia aveva occupato la regione, che era parte dell'Impero ottomano, nel 1911-1912, sconfiggendo i turchi ottomani. Il successo iniziale però si trasforma in una lunga guerra contro l'inaspettata resistenza libica su cui per anni non si arriva a conseguire una vittoria definitiva.
Mussolini nominò sesto governatore di Libia, successore di Pietro Badoglio, il generale Rodolfo Graziani, sicuro che un militare di tale credito avrebbe saputo schiacciare la ribellione e ristabilire la pace e la sicurezza dei coloni italiani, in gran parte provenienti dalle regioni povere del Sud Italia, dal Veneto e dall'Emilia. Seguendo una strategia precisa dettata da Badoglio, Graziani deporta popolazioni di pastori seminomadi, fa distruggere il loro bestiame e, per impedire rifornimenti dall'Egitto, fa costruire un reticolato di 270 km di filo spinato lungo il confine, costantemente presidiato dalle truppe italiane. Organizza campi di concentramento dove regnano denutrizione, stenti, epidemie e soffoca nel sangue la ribellione.
L'idea era di fiaccare l'opposizione dei ribelli libici coinvolgendo nella repressione l'intera popolazione che forniva assistenza, visto che la sola opzione militare si era dimostrata insufficiente. A ispirare e guidare la resistenza dei guerriglieri è Omar al-Mukhtar: insegnante di professione e guerrigliero per dovere, Omar al-Mukhtar si è votato ad una lotta che non potrà vedere vinta nel corso della propria vita.